Gastronomia Consapevole
Produrre, cucinare, degustare, assaporare, nutrire sono solo alcune delle parole, ricche di significati, del libro di Rosalia Cavalieri che offre uno studio della gastronomia a tuttotondo. Il suo è un invito a diventare consapevoli partendo dalla sensorialità e dal gusto per approfondire la provenienza e l’origine dei prodotti culinari.
Come afferma l’autrice, esso influenza radicalmente molteplici aspetti della nostra quotidianità, a partire dalla salute e dal benessere fino alla politica, all’economia e ai media che oggi sono stracolmi di ricette e video di “food porn” volti alla spettacolarizzazione di alcuni piatti che stimolano il senso del piacere.
Questo senso di piacere deve essere educato secondo Carlo Petrini, più volte citato nel libro, affinché si acquisisca una maggiore attenzione a ciò che si ingerisce, indagandone origini, produzione, vendita e trattamenti vari.
L’educazione è però assai scarsa nelle scuole, ad esclusione degli istituti alberghieri, e il tema è da poco riconosciuto come trasversale e quindi di estrema importanza.
Vi sono però dei cambiamenti in atto che riguardano soprattutto progetti molto interessanti come quello degli orti scolastici e dell’associazione francese ANEGJ: il suo obiettivo è quello di fornire un’educazione alimentare e coltivare il piacere di mangiare attraverso un’attivazione sensoriale individuale e un’analisi che porta i giovani da consumatori ad intenditori.
Tale progetto potrebbe sembrare inutile ai più; eppure propone un comportamento che dovrebbe essere adottato non solo dai giovani, ma anche dagli adulti.
I motivi sono i più disparati. Fare la spesa inconsapevolmente è sinonimo di mangiare male: rientriamo nel fenomeno della “malnutrizione” che include tanto la sottonutrizione quanto la sovranutrizione.
Quest’ultima, in particolare, si è diffusa a macchia d’olio nel mondo occidentale e consiste in un consumo eccesivo di calorie rispetto al fabbisogno e di cibi poco salutari a svantaggio di una dieta ricca di micronutrienti.
L’estrema conseguenza della sovranutrizione (spesso unita ad uno stile di vita sedentario) è la morte per obesità, diabete o cancro. In più, mangiare male (ovvero mangiare fuori casa, nei vari street food o consumare cibi raffinati e/o fuoristagione) porta automaticamente ad avere una scarsa considerazione degli alimenti e, successivamente, all’incubo dello spreco alimentare.
Inoltre, assieme all’inquinamento ambientale, allo spreco di risorse ittiche, forestali, del suolo e della produzione, vi è anche lo spreco dell’acqua che secondo l’UNESCO nel 2050 potrebbe mancare di accesso regolare a 5 miliardi di persone.
Dunque, mentre da un lato si consuma senza alcun equilibrio e sensibilità, provocando danni a sé stessi e all’ambiente, nel resto del mondo meno industrializzato la fame colpisce 821 milioni di persone (dal 2016 al 2018 il numero è aumentato), andando contro l’obiettivo “Fame Zero” dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Dopo aver analizzato a fondo cause e conseguenze, l’autrice non manca di chiedersi: quali sono i comportamenti che possono riportarci ad avere un rapporto consapevole, giusto ed equilibrato con il cibo?
Si parte, come già si accennava nel progetto dell’ANEGJ, dall’esperienza sensoriale del cibo perché “solo assaporandolo, esso si trasforma da esperienza puramente materiale in nutrimento intellettuale e affettivo” che ci consentono di restituirgli valore e quindi portare attenzione alle scelte ad esso legate.
Dopodiché bisogna finanziare aziende agricole biologiche o alternative e la cosiddetta “agricoltura familiare” (garante della trasmissione di saperi agricoli); questo perché l’allevamento intensivo e le monoculture producono il 14% dei gas serra oltre che la perdita di biodiversità, il malessere degli animali e l’inquinamento legato alla produzione di vaccini e medicinali per questi ultimi.
Bisogna poi essere informati sulla nocività dei junk food, prodotti in laboratorio per causare quella che è una vera e propria dipendenza, così da poterli evitare (anche per il fatto che le catene di junk food sono le prime a praticare l’allevamento intensivo).
A tale proposito è consigliabile adottare una dieta quanto più possibile a base vegetale; è dimostrato che se la popolazione mondiale adottasse progressivamente questo tipo di dieta, le emissioni di gas serra sarebbero ridotte del 73%, un numero impressionante.
Per concludere viene riproposta, con una nuova lettura, l’antichissima azione del cucinare: si consiglia di dedicare più cura ai pasti, magari pianificandoli per tutta la settimana così da evitare il convenience food, e alla spesa stessa che sarebbe meglio fare più spesso ma comprando pochi ingredienti per volta; cucinare con i bambini per trasmettere il valore del cibo e la tradizione di cura e di scelta delle materie prime che è dietro ogni pasto; coltivare i valori della condivisione e della convivialità che mettono in comune tradizioni, saperi, una maggiore sensibilità e quindi la diffusione di una maggiore consapevolezza.
Insomma, dietro un piatto di pasta può nascondersi un mondo di monoculture, sprechi, sfruttamenti e inquinamento ambientale che Rosalia Cavalieri riesce a svelare con una penna semplice, scorrevole e accurata, utilizzando lo sguardo attento di chi annusa, ascolta e assapora il cibo come solo un vero amante può fare.